Quando le immissioni di rumore possono ritenersi a norma? La domanda è complessa, perchè sull’argomento esiste una sconfinata serie di opinioni contrastanti.

Quando si tratta di immissioni di rumore dovuto a un’attività commerciale rispetto ad un privato, ritengo sia sufficiente una valutazione con il Criterio del Differenziale (DPCM 14/11/1997).

Posizionato adeguatamente il microfono all’interno del locale più disturbato, la differenza tra livello a sorgenti accese e livello a sorgenti spente non deve superare il limite di +5 dB nel periodo diurno (06.00-22.00) e di +3 dB nel periodo notturno (22.00-06.00). Se il segnale con le sorgenti accese contenesse un tono puro o componenti impulsive, sarebbe prevista una penalizzazione di +3 dB. Se invece il segnale risultasse al di sotto di un determinato valore, considerato a finestre aperte e a finestre chiuse, il Criterio del Differenziale non sarebbe applicabile: si può pertanto ritenere che non esistano criticità. Ma a livello pratico in cosa consiste questa non applicabilità? Detto “rumore ambientale” quello con le sorgenti in funzione, non si applica il Criterio del Differenziale se a finestre aperte è inferiore a 50 dBA  nel periodo diurno (40 dBA nel notturno) . Parimenti non è applicabile se a fineste chiuse è inferiore a 35 dBA nel periodo diurno (25 dBA nel notturno). Il legislatore ritiene che al di sotto dei suddetti valori non siano riscontrabili particolari criticità del rumore ambientale.

Così come formulato, la conformità rispetto al Criterio del Differenziale può rappresentare garanzia anche per la Tollerabilità del rumore, intorno alla quale troppe volte l’interpretazione sembra prioritaria rispetto ad una valutazione oggettiva del fenomeno.